La Cub Scuola aderisce al sit-in del 23 luglio a Roma promosso dalla Rete Docenti Precari e ritiene che la scelta forte e coraggiosa di muoversi immediatamente contro la politica scolastica del governo sia una prova di determinazione e di consapevolezza della rilevanza delle questioni in gioco.
Il taglio degli organici senza precedenti che il governo ha deciso rappresenta uno scarto rispetto alle più caute, anche se altrettanto inaccettabili, politiche di smantellamento della scuola pubblica che caratterizzavano la precedente maggioranza.
È un segno evidente del convincimento maturato da parte di confindustria, governo, corporazioni dominanti che è possibile regolare i conti con i lavoratori e le lavoratrici della scuola in fretta e con effetti traumatici.
È un’operazione ben costruita, prima la campagna contro i “fannulloni del pubblico impiego” che sbocca nella Circolare Brunetta, poi un ministro dell’istruzione non più pubblica che propone forti aumenti di retribuzione agli insegnanti, infine la quadratura del cerchio: gli aumenti, riservati però solo ad una minoranza di fedeli fidati, li pagheranno i precari della scuola prime e principali vittime del taglio degli organici.
Nei fatti, il sit-in del 23 luglio è la prima risposta ed il primo momento di mobilitazione a difesa della scuola pubblica intesa come una scuola di qualità di tutti e di tutte.
Per questo la CUB Scuola sostiene l’iniziativa e si impegna a costruire, in autunno, in un percorso unitario, tutte le forme di mobilitazione necessarie a difendere i diritti delle precarie e dei precari.
Per la CUB Scuola
Cosimo Scarinzi
18 luglio 2008
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