L’incontro con il presidente della Commissione Cultura on. Valentina Aprea tenutosi il 15 luglio 2010 ha visto una delegazione mista con 3 docenti precari del Coordinamento precari scuola, 1 lavoratrice del personale ATA, 1 studente e un genitore, che è anche insegnante di ruolo.
Oggetto dell’audizione sono state da un lato le condizioni generali della scuola all’indomani della prima trance di tagli al personale e alle risorse introdotti dalla 133 e dai provvedimenti che hanno investito i fondi d’istituto e dall’altro il tema del reclutamento del personale della scuola.
Come delegazione abbiamo affrontato le varie sfaccettature delle conseguenze dei tagli:
sovraffollamento delle classi con conseguenti difficoltà didattiche
mancanza di sicurezza nelle aule e nelle strutture
problemi nell’integrazione della diversabilità e distruzione del modello italiano di integrazione, unico in Europa
mancata soddisfazione delle richieste di tempo pieno avanzate dalle famiglie e fallimento del modello di scuola primaria a 24 ore promosso dal Ministero
caos e disorganizzazione rispetto ai percorsi della secondaria, con specifico riferimento al taglio di ore e laboratori e alle recenti sentenze del TAR
insufficienza di personale ATA e difficoltà nella gestione delle strutture
Sul fronte specifico del precariato abbiamo per altro denunciato il totale fallimento del salva precari, sottolineando che:
chi ne ha usufruito l’anno scorso, quest’anno sarà disoccupato
lo stato non ha messo una lira in quanto i costi sono ricaduti sull’inps o sulle regioni, anche attraverso un distorto utilizzo del Fondo Sociale Europeo
ha rappresentato e rappresenta una deroga a diritti fondamentali sanciti dal CCNL: maternità, malattia, orario settimanale di lavoro, etc.
totale mancanza di trasparenza delle graduatorie prioritarie che non sono mai state pubblicate
Altro aspetto è stato quello del reclutamento:
abbiamo sottolineato la nostra contrarietà agli albi regionali e ei concorsi banditi per singole scuole o reti di scuole
denunciato il rischio del clientelismo
l’incostituzionalità dei limiti posti alla mobilità sul territorio nazionale
sottolineato che se si tiene alla continuità didattica bisogna procedere alle immissioni in ruolo dalla graduatoria permanente.
La Aprea ha risposto che: i tagli sono necessari nel quadro della crisi
La scuola necessita di essere riformata e bisogna operare sugli sprechi accumulati negli anni
Le graduatorie sono la causa della precarietà (non le mancate immissioni in ruolo, come le abbiamo fatto notare noi) e quindi, anche se il disegno Goisis non passasse è chiaro che si procederà in quella direzione per il futuro.
La prospettiva per lei è di reclutare il personale al 50% dalle graduatorie, al 50% dal nuovo sistema.
Nonostante un atteggiamento meno aggressivo e determinato rispetto all’anno scorso, frutto evidentemente degli effetti palesi e innegabili dei tagli sulla scuola, le posizioni sono e restano assai distanti, senza possibilità di mediazione alcuna rispetto agli scenari prossimi. Abbiamo quindi ribadito la nostra ferma determinazione a proseguire la lotta e anzi a svilupparla da settembre in avanti.
Oggetto dell’audizione sono state da un lato le condizioni generali della scuola all’indomani della prima trance di tagli al personale e alle risorse introdotti dalla 133 e dai provvedimenti che hanno investito i fondi d’istituto e dall’altro il tema del reclutamento del personale della scuola.
Come delegazione abbiamo affrontato le varie sfaccettature delle conseguenze dei tagli:
sovraffollamento delle classi con conseguenti difficoltà didattiche
mancanza di sicurezza nelle aule e nelle strutture
problemi nell’integrazione della diversabilità e distruzione del modello italiano di integrazione, unico in Europa
mancata soddisfazione delle richieste di tempo pieno avanzate dalle famiglie e fallimento del modello di scuola primaria a 24 ore promosso dal Ministero
caos e disorganizzazione rispetto ai percorsi della secondaria, con specifico riferimento al taglio di ore e laboratori e alle recenti sentenze del TAR
insufficienza di personale ATA e difficoltà nella gestione delle strutture
Sul fronte specifico del precariato abbiamo per altro denunciato il totale fallimento del salva precari, sottolineando che:
chi ne ha usufruito l’anno scorso, quest’anno sarà disoccupato
lo stato non ha messo una lira in quanto i costi sono ricaduti sull’inps o sulle regioni, anche attraverso un distorto utilizzo del Fondo Sociale Europeo
ha rappresentato e rappresenta una deroga a diritti fondamentali sanciti dal CCNL: maternità, malattia, orario settimanale di lavoro, etc.
totale mancanza di trasparenza delle graduatorie prioritarie che non sono mai state pubblicate
Altro aspetto è stato quello del reclutamento:
abbiamo sottolineato la nostra contrarietà agli albi regionali e ei concorsi banditi per singole scuole o reti di scuole
denunciato il rischio del clientelismo
l’incostituzionalità dei limiti posti alla mobilità sul territorio nazionale
sottolineato che se si tiene alla continuità didattica bisogna procedere alle immissioni in ruolo dalla graduatoria permanente.
La Aprea ha risposto che: i tagli sono necessari nel quadro della crisi
La scuola necessita di essere riformata e bisogna operare sugli sprechi accumulati negli anni
Le graduatorie sono la causa della precarietà (non le mancate immissioni in ruolo, come le abbiamo fatto notare noi) e quindi, anche se il disegno Goisis non passasse è chiaro che si procederà in quella direzione per il futuro.
La prospettiva per lei è di reclutare il personale al 50% dalle graduatorie, al 50% dal nuovo sistema.
Nonostante un atteggiamento meno aggressivo e determinato rispetto all’anno scorso, frutto evidentemente degli effetti palesi e innegabili dei tagli sulla scuola, le posizioni sono e restano assai distanti, senza possibilità di mediazione alcuna rispetto agli scenari prossimi. Abbiamo quindi ribadito la nostra ferma determinazione a proseguire la lotta e anzi a svilupparla da settembre in avanti.
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