FORUM dei COORDINAMENTI

Si pregano i colleghi di iscriversi ed intervenire al nostro Forum allo scopo di preparare e prossime iniziative.

venerdì 16 luglio 2010

Piattaforma CPS sit-in 15 Luglio


LA SCUOLA PUBBLICA NON VA IN VACANZA

La scuola pubblica statale negli ultimi anni ha subito un attacco durissimo: la legge 133/08 ha sottratto 8 miliardi di euro, la legge 169 ha cancellato la positiva esperienza della scuola primaria, la riforma della scuola secondaria cancella discipline e riduce arbitrariamente il tempo scuola. I bilanci delle scuole sono in rosso: 1,5 miliardi di euro già spesi non saranno più dati, mentre alle famiglie si toglie il tempo pieno e si chiede di supplire al mancato finanziamento da parte dello Stato con il versamento di un contributo ‘volontario’, scaricando così sui genitori che già finanziano attraverso la fiscalità generale (tutto questo mentre si finanziano generosamente le scuole private), i costi della scuola pubblica.
Continuiamo a fare scuola in classi sovraffollate, strutture fatiscenti e con difficoltà a garantire le supplenze, in condizioni in cui non solo non è garantito il diritto ad una istruzione che sia realmente di qualità, ma anche la sicurezza di quanti agiscono all’interno di queste strutture, mentre gli studenti sono sempre più disorientati e faticano a riconoscere nella scuola il luogo di acquisizione di un sapere critico.
Le scuole riescono ancora a dare un servizio dignitoso grazie allo straordinario del personale ATA e docente, che con il riordino della secondaria e la riduzione del tempo pieno, diventerà la condizione “normale” di lavoro nella scuola, in barba a quanto previsto dal CCNL. A settembre il piano triennale di tagli prevede oltre 41.000 posti in meno, tra docenti e ATA, mentre si annunciano il blocco dei rinnovi contrattuali e dei pensionamenti. Così il personale della scuola, insieme al resto dei cittadini, pagherà il costo di una crisi che non ha determinato.
Non possiamo restare indifferenti. Dobbiamo insieme continuare a difendere la scuola pubblica statale come baluardo della democrazia e provare ad immaginarla e a costruirla come dovrebbe essere: con classi non affollate, dove sia possibile svolgere un reale lavoro di formazione seguendo tempi e difficoltà di tutti gli alunni; con spazi, luoghi e tempi dove praticare una didattica diversa, aperta a tutte quelle forme laboratoriali ed alternative che sono necessario supporto e complemento di un percorso formativo, con momenti e strumenti di inclusione per tutti i soggetti che la scuola la vivono e la costruiscono e con la giusta attenzione alle situazioni di disagio. Una scuola capace di progettare e di costruire tutto questo, può esistere soltanto qualora per essa si investa in termini di mezzi e risorse: ogni riforma o pseudoriforma che in questi ultimi anni è stata realizzata nel campo dell’istruzione, invece, è stata sempre fatta rigorosamente a costo zero o addirittura sottraendo le risorse esistenti. Ciò ha gradualmente contribuito a svilire e ad umiliare la scuola che solo il generoso sforzo di insegnanti, studenti, genitori e personale ATA, riesce a mantenere in vita affinché essa non smetta di svolgere quel ruolo di formazione e di emancipazione sociale che la nostra Costituzione le attribuisce e che costituisce il fondamento di ogni società democratica e civile. E’ palese, infatti, che l’assenza di investimenti nel settore della conoscenza, con tutte le conseguenze che porta con sé, mette a serio rischio non solo i diritti al lavoro e all’istruzione, ma il futuro stesso del nostro Paese.


Per queste ragioni lottiamo portando avanti le nostre richieste che sintetizziamo nei seguenti punti:

Ø Ritiro della legge 133/08 e di tutti i tagli ad essa legati; ritiro dei tagli previsti dal D.P.E.F 2010, in particolare quelli che, attraverso la riduzione dei finanziamenti alle Regioni, riducono ulteriormente i finanziamenti all'istruzione a livello locale.
Ø Assunzioni a tempo indeterminato di tutti i lavoratori precari presenti nelle graduatorie attualmente dette “ad esaurimento” e istituzione di un piano finalizzato alla progressiva immissione in ruolo, in tempi brevi e certi, di tutti i lavoratori presenti nelle graduatorie
Ø Salvaguardia e riapertura delle “graduatorie ex-permanenti” (attualmente “ad esaurimento”) e mantenimento delle stesse come unico canale di reclutamento, tutelando al loro interno le posizioni e i punteggi acquisiti.
Ø Ritiro della legge 169 e ripristino dell’organizzazione modulare e del tempo pieno nella scuola primaria.
Ø Ritiro dei nuovi regolamenti di riordino della scuola secondaria superiore.
Ø Ritiro di tutti i finanziamenti alla scuola privata.
Ø Restituzione alle scuole dei crediti che vantano da parte del Ministero ed erogazione di maggiori finanziamenti per la scuola pubblica. In questa prospettiva, chiediamo che il ‘contributo volontario’ sia realmente tale e non serva per il mantenimento ordinario delle scuole.
Ø Ritiro del decreto Brunetta di attuazione della legge 15 del 4 marzo 2009 e di ogni proposta di cancellazione e sostituzione della contrattazione sindacale con provvedimenti legislativi;
Ø Il ritiro dei Pdl 953 “Aprea” e 3357 “Goisis” e di ogni proposta di istituzione di albi regionali e di reclutamento attraverso concorsi di reti di scuole.
Ø Applicazione della sentenza della Corte costituzionale del 26 febbraio del 20010 n. 80 sugli organici di sostegno e ritiro delle norme 413 e 414 dell'art.2 della legge n.244 del 24 dicembre 2007.
Ø Ritiro del cosiddetto “Salvaprecari” e degli accordi Stato-regioni che introducono nella scuola forme di lavoro parasubordinato e preludono a forme di regionalizzazione della contrattazione per l’organico della scuola.
Ø Equiparazione contrattuale dei diritti del personale di ruolo e precario relativamente al trattamento economico, normativo e sindacale; equiparazione di trattamento stipendiale e della progressione di carriera (scatti di anzianità) come già previsto per gli insegnanti di religione.
Ø Rispetto della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e ritiro della disposizione che, imponendo di fatto l’aumento del numero degli alunni per classe, non rispetta detta normativa e pone a rischio i soggetti che operano all’interno della scuola. In quest’ottica chiediamo che sia elaborato un piano organico di edilizia scolastica che affronti l’insostenibile situazione in cui si trovano ad operare quotidianamente migliaia di alunni e lavoratori della scuola; che siano resi pubblici i metodi usati dal Ministero per la creazione dell’anagrafe sull’edilizia scolastica e che sia previsto, in merito a quest’ultima, un monitoraggio annuale dal parte del Ministero e delle Province.
Ø L’accesso diretto ad un percorso abilitante per tutti i docenti con 360 giorni di servizio; il riconoscimento del servizio prestato e la possibilità di abilitarsi ai docenti con servizio inferiore ai 360 gg.
Ø Ritiro del rinnovo del contratto del pubblico impiego previsto dalla recente manovra Tremonti.
Ø Valorizzazione e riconoscimento economico del lavoro “sommerso” svolto dagli insegnanti al di fuori delle attività di classe (correzione, programmazione, attività di aggiornamento ecc…).
Ø Valorizzazione delle ore di laboratorio e di pratica negli Istituti tecnici e professionali.
Ø Coinvolgimento di tutte le componenti della scuola nel dibattito sui cicli, sui quadri orari, sui programmi, sulle finalità didattiche e sul significato generale del ruolo che la scuola deve ricoprire nella società.
Ø La possibilità per gli studenti di avere degli spazi autogestiti all’interno delle scuole.
Ø L’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni.

E ribadiamo

Ø Il rifiuto dei progetti di gerachizzazione tra i lavoratori della scuola.
Ø Il rifiuto del progetto di aziendalizzazione e privatizzazione della scuola pubblica statale e di ogni proposta di ingresso di enti privati e associazioni negli organi direttivi della scuola.
Ø Il rifiuto di qualsiasi forma di “straordinario programmato” che vada in deroga all’orario di lavoro stabilito dal CCNL per il personale docente e ATA.
Ø Il rifiuto dell’assolvimento dell’obbligo scolastico nell’apprendistato all’interno delle imprese.
Ø Il rifiuto del 5 in condotta in quanto strumento punitivo e risposta inadeguata al disagio sociale degli studenti.
Ø L’assoluta contrarietà a qualsiasi progetto, basato sul principio di sussidiarietà, di transizione a un sistema formativo misto, pubblico-privato, e di trasferimento dei beni, delle risorse umane, strumentali e finanziarie della scuola statale alle Regioni.
Ø La difesa della collegialità degli organi direttivi della scuola e degli spazi di partecipazione democratica delle componenti degli studenti, dei genitori e degli insegnanti.

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Arrigo Boldrini (medaglia d’oro per la Resistenza)