Il Coordinamento Precari Scuola Nazionale esprime vivo sconcerto e preoccupazione dinanzi alle indiscrezioni, diffuse da alcuni organi di stampa (cfr. in particolare Il Messaggero del 15 febbraio 2010), circa l’imminente approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, di un decreto legge che modifichi le procedure di formazione e reclutamento del personale precario della scuola e che preveda la cancellazione delle graduatorie ad esaurimento dei docenti. Senza disconoscere il diritto legittimo del Parlamento e del Governo a regolamentare le procedure di selezione del personale docente, vorremmo tuttavia portare alla vostra attenzione alcuni fatti.
In primo luogo, nelle graduatorie ad esaurimento sono oggi incluse centinaia di migliaia di docenti abilitati all’insegnamento, laureati, vincitori di concorso, ovvero formatisi alla professione in scuole di specializzazione post lauream. Tutti i docenti abilitati inseriti nelle graduatorie hanno conseguito una laurea quadriennale o magistrale (esclusi i casi in cui essa non era richiesta per legge fino a qualche anno fa), ovvero i titoli universitari di livello superiore rilasciati dagli atenei secondo gli ordinamenti universitari vigenti prima e dopo la riforma Berlinguer. Dopo la laurea, ciascuno di questi docenti ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento seguendo il percorso stabilito per legge, ovvero tramite concorso bandito a livello nazionale, o tramite corsi di specializzazione biennali a numero chiuso, con selezione iniziale ed Esame di Stato conclusivo, comprensivi di corsi disciplinari, laboratori didattici e tirocinio biennale, sia passivo sia attivo, nelle scuole. Dopo l’abilitazione, molti docenti hanno continuato ad aggiornarsi, conseguendo master, titoli di perfezionamento, talora dottorati di ricerca. Si tratta quindi di professionisti che hanno spesso strutturato il loro percorso universitario in funzione dell’insegnamento e che hanno investito tempo e denaro per conseguire l’abilitazione secondo regole di reclutamento che prevedevano l’attento esame, da parte di esperti del mondo scolastico e universitario, delle conoscenze e delle abilità conseguite. Al percorso formativo, si aggiungono spesso molti anni di esperienza accumulata nelle scuole dai docenti precari.
Se è quindi necessario definire le norme per la formazione delle future generazioni di insegnanti, non bisogna dimenticare però che già oggi esiste un numeroso corpo docente, adeguatamente formato, in attesa di stabilizzazione dopo anni di lavoro precario. Le graduatorie ad esaurimento sono molto lontane da essere esaurite. Se il nuovo sistema di formazione intende abilitare un numero di docenti corrispondente al reale fabbisogno della scuola (come lascia intendere il succitato articolo), esso dovrebbe partire solo nell’imminenza del completo esaurimento delle graduatorie esistenti, poiché il fabbisogno complessivo delle scuole è oggi, in quasi tutte le classi di concorso, molto inferiore rispetto alla disponibilità di docenti già formati. Si vede quindi, per il momento, la necessità di prevedere un nuovo percorso di formazione solamente per le classi di concorso esaurite o in via di esaurimento.
L’eventuale eliminazione delle graduatorie desta preoccupazione, oltre che per i suddetti motivi, anche per il fatto che esse costituiscono un sistema di reclutamento obiettivo e trasparente, per quanto perfezionabile. Le graduatorie, infatti, tengono conto della valutazione finale conseguita nell’esame di abilitazione (ottenuta tramite concorso o scuola di specializzazione), degli anni di servizio e dei titoli culturali di ogni docente.
Infine, la cancellazione delle graduatorie aprirebbe per i professionisti della formazione un orizzonte di incertezza ben più grave dell’attuale condizione di precarietà, sotto-occupazione, disoccupazione, in cui versano anche a causa della forte riduzione di organico prevista dallo Schema di piano programmatico, di cui dall’art. 64 della L133/08.
Il CPS auspica quindi che tutte le forze politiche e sindacali si impegnino a mantenere le graduatorie del personale docente fino al loro completo esaurimento, salvaguardando il punteggio acquisito finora da ciascun docente, prima di dare avvio a nuove procedure di reclutamento, anche come garanzia di oggettività e trasparenza della valutazione dei titoli culturali e dell’anzianità di servizio maturati dai docenti abilitati.
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In primo luogo, nelle graduatorie ad esaurimento sono oggi incluse centinaia di migliaia di docenti abilitati all’insegnamento, laureati, vincitori di concorso, ovvero formatisi alla professione in scuole di specializzazione post lauream. Tutti i docenti abilitati inseriti nelle graduatorie hanno conseguito una laurea quadriennale o magistrale (esclusi i casi in cui essa non era richiesta per legge fino a qualche anno fa), ovvero i titoli universitari di livello superiore rilasciati dagli atenei secondo gli ordinamenti universitari vigenti prima e dopo la riforma Berlinguer. Dopo la laurea, ciascuno di questi docenti ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento seguendo il percorso stabilito per legge, ovvero tramite concorso bandito a livello nazionale, o tramite corsi di specializzazione biennali a numero chiuso, con selezione iniziale ed Esame di Stato conclusivo, comprensivi di corsi disciplinari, laboratori didattici e tirocinio biennale, sia passivo sia attivo, nelle scuole. Dopo l’abilitazione, molti docenti hanno continuato ad aggiornarsi, conseguendo master, titoli di perfezionamento, talora dottorati di ricerca. Si tratta quindi di professionisti che hanno spesso strutturato il loro percorso universitario in funzione dell’insegnamento e che hanno investito tempo e denaro per conseguire l’abilitazione secondo regole di reclutamento che prevedevano l’attento esame, da parte di esperti del mondo scolastico e universitario, delle conoscenze e delle abilità conseguite. Al percorso formativo, si aggiungono spesso molti anni di esperienza accumulata nelle scuole dai docenti precari.
Se è quindi necessario definire le norme per la formazione delle future generazioni di insegnanti, non bisogna dimenticare però che già oggi esiste un numeroso corpo docente, adeguatamente formato, in attesa di stabilizzazione dopo anni di lavoro precario. Le graduatorie ad esaurimento sono molto lontane da essere esaurite. Se il nuovo sistema di formazione intende abilitare un numero di docenti corrispondente al reale fabbisogno della scuola (come lascia intendere il succitato articolo), esso dovrebbe partire solo nell’imminenza del completo esaurimento delle graduatorie esistenti, poiché il fabbisogno complessivo delle scuole è oggi, in quasi tutte le classi di concorso, molto inferiore rispetto alla disponibilità di docenti già formati. Si vede quindi, per il momento, la necessità di prevedere un nuovo percorso di formazione solamente per le classi di concorso esaurite o in via di esaurimento.
L’eventuale eliminazione delle graduatorie desta preoccupazione, oltre che per i suddetti motivi, anche per il fatto che esse costituiscono un sistema di reclutamento obiettivo e trasparente, per quanto perfezionabile. Le graduatorie, infatti, tengono conto della valutazione finale conseguita nell’esame di abilitazione (ottenuta tramite concorso o scuola di specializzazione), degli anni di servizio e dei titoli culturali di ogni docente.
Infine, la cancellazione delle graduatorie aprirebbe per i professionisti della formazione un orizzonte di incertezza ben più grave dell’attuale condizione di precarietà, sotto-occupazione, disoccupazione, in cui versano anche a causa della forte riduzione di organico prevista dallo Schema di piano programmatico, di cui dall’art. 64 della L133/08.
Il CPS auspica quindi che tutte le forze politiche e sindacali si impegnino a mantenere le graduatorie del personale docente fino al loro completo esaurimento, salvaguardando il punteggio acquisito finora da ciascun docente, prima di dare avvio a nuove procedure di reclutamento, anche come garanzia di oggettività e trasparenza della valutazione dei titoli culturali e dell’anzianità di servizio maturati dai docenti abilitati.
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