FORUM dei COORDINAMENTI

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mercoledì 2 dicembre 2009

Assemblea nazionale del 6 Dicembre


Assemblea nazionale del 6 Dicembre verso lo sciopero generale dell’11 Dicembre

Prospettive di unità fra i protagonisti del mondo della formazione in Italia

I soggetti del mondo della scuola e dell’università si confrontano da più di un anno col ministro Gelmini.

Il ministro di fatto ha messo in pratica una politica di accelerazione di un processo già avviato che vede la scuola come un settore da terziarizzare, ristrutturare (leggi impoverire) e immettere nel circuito della competizione commerciale.

I precari della scuola –insegnanti e operatori- sono la non categoria creata da decenni di scellerata gestione delle risorse umane nella scuola pubblica. La creazione dei precari è il risultato storico della considerazione della scuola come un’istituzione “di serie B” dove far pascolare lavoratori specializzati in vista di una loro stabilizzazione contrattuale. ( Va specificato che negli ultimi anni, anche il solo “divenire precario” della scuola è stato ottenuto dagli aspiranti insegnanti in seguito a corsi di specializzazione sempre più impegnativi e onerosi quali le ssis.)

In un’epoca che vede i saperi e quindi la formazione quali elementi strutturali una società avanzata, ristrutturare la scuola e l’università pubblica a favore della “differenziazione” dell’offerta nei termini qualitativi significa, di fatto, progettare una società più classista e ingiusta.

Noi precari della scuola ci troviamo nostro malgrado ad essere paradigma di una duplice condizione: quella di vivere appieno la condizione lavorativa tipica di una generazione intera e, in quanto insegnanti, ad assistere alla sciagurata “mazzata finale” al patrimonio della scuola pubblica.

Le lotte degli ultimi mesi sono il risultato di un appassionante confronto fra soggetti provenienti da esperienze diverse ma uniti dalla volontà di promuovere un cambiamento “altro” rispetto a quello imposto dalla Gelmini con la prepotenza che contraddistingue questo governo e con la viscida complicità del mainstream italiano.

In tutta Italia, i precari si sono organizzati, hanno manifestato il loro dissenso e discutono quale riforma è possibile e necessaria al fine di rendere la scuola di tutti un’istituzione capace di formare i cittadini del futuro.

Inutile annotare quelle che sono state le difficoltà generate dall’assenza di un’adeguata informazione della cittadinanza riguardo le iniziative e le proposte del movimento dei precari e, problema non secondario, dell’assenza di un’adeguata sponda politica istituzionale.

Nonostante ciò, i precari della scuola non sono soli. La società italiana tutta è animata da forme di vita politica che si muovono spesso in maniera autonoma e non sempre riescono a comunicare con la società. La lotta dei precari della scuola è “interessante” per molti soggetti formati da cittadini attivi interessati a non soccombere di fronte al decisivo “assalto alla diligenza” promosso dalla parte più arretrata della borghesia italiana. Quelli interessati al “prendi i soldi e scappa”. Quelli oggettivamente più vicini al feudalesimo che al capitalismo liberale. Inutile chiamare in causa “colui” che riassume queste qualità nella “sua eccellenza”.

Nell’autunno del 2008 il movimento dell’Onda ha scosso la vita degli atenei e delle scuole italiane. La vivacità politica esplosa come un petardo è un esempio di come le forze politiche istituzionali non hanno saputo intercettare una spinta dal basso che chiedeva una più forte opposizione alle politiche del governo.

Studenti e precari, a quanto pare, devono farcerla da soli.

Non considerare necessaria la costituzione di uno stabile confronto con chi sta “dall’altra parte della cattedra” o chi vive il suo percorso di formazione finalizzato all’entrata in un feroce mercato del lavoro significa non vedere l’altra metà del cielo che anima la stessa lotta per una scuola di qualità, per una riaffermazione del pubblico come entità regolatrice le risorse del paese, per un futuro dignitoso.

La realtà romana è riuscita a produrre un efficace e stabile confronto con gli studenti universitari, coi genitori e con altre importante soggettività della formazione. Tutto questo è il risultato di un’esigenza comune avvertita dalle varie componenti del mondo dei saperi. Dobbiamo andare avanti e svelare al paese tutto la nocività delle riforme che la signora Gelmini presenta come “innovative”. Vecchi arnesi dei padroni delle ferriere. Seminare ignoranza e mandare i figli di papà nei collegi bene. Vorrebbero costruire questa miseria col nostro consenso.

La costruzione di momenti di confronto e di lotta con le componenti della scuola e dell’università apre al movimento dei precari una “fase due”, successiva a quella della costruzione del movimento stesso. L’unione delle forze più dinamiche e critiche della società è utile non solo a “noi” in quanto collettività produttrice di saperi ma anche al paese tutto, in un momento in cui va ricostruita una capacità di saper affrontare criticamente e radicalmente la crisi in atto.

Per questo, comincia adesso un momento nuovo dell’ascendente movimento dei precari.

Per questo lanciamo

L’ASSEMBLEA NAZIONALE

DI TUTTO IL MONDO DELLA FORMAZIONE

Domenica 6 Dicembre, via Volturno 34, nei pressi della Stazione Termini ore 10.30

Coordinamento precari scuola


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