FORUM dei COORDINAMENTI

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domenica 25 ottobre 2009

REPORT ASSEMBLEA NAZIONALE CPS 23 OTTOBRE 2009


L’assemblea viene introdotta da Francesco Locantore, referente del CPS-Roma, che osserva come la presenza in
piazza sia stata significativa, ma ben al di sotto delle forze che si possono e devono mettere in campo alla luce degli ulteriori tagli previsti dalla prossima Finanziaria. Ribadisce che c’è interesse per il problema dei precari, come hanno dimostrato tanto la audizione del CPS alla Camera, quanto la bagarre dei deputati durante la seduta di approvazione del decreto “salva precari”. Passa poi all’appello dei CPS presenti e quindi ad indicare modalità organizzative dell’assemblea; vengono scelti un presidente-moderatore (Antonella Vaccaro del CPS Napoli) e un segretario verbalizzante (Daniela Amore, CPS-Roma) e si decide che il primo giro di interventi venga fatto dai referenti di ciascun coordinamento presente.


Antonella Vaccaro dà lettura dell’ordine del giorno, così come è emerso dal forum; dei punti presenti si decide di concentrare la discussione assembleare su questi due:
1. Proposte e modalità di mobilitazione future del CPS

2. Modalità di comunicazione e confronto del CPS

In merito alle proposte di mobilitazione future del CPS c’è generale convergenza sulla proposta di Perugia di indire una data nazionale di mobilitazione del CPS autonoma da iniziative sindacali (l’autonomia reale sta nell’avere una propria piattaforma e nel farsi attivamente promotori come CPS delle iniziative). Si discute sulla possibilità di indire come CPS uno sciopero, ma non è chiaro se il CPS può farlo e, in ogni caso, i tempi tecnici, legati alla burocrazia, sembrano impedire che si possa convocare uno sciopero a breve, mentre pare chiaro che bisogna mobilitarsi in tempi rapidi, date le scadenze di approvazione della finanziaria e della riforma delle scuole superiori (Ravenna ha parlato con Vasco Errani, presidente della Conferenza Stato-Regioni, e pare che le Regioni siano orientate a firmare la riforma e che questa possa essere inserita nella finanziaria; Terni fa notare che, se approvata, la riforma delle superiori farà aumentare il numero dei perdenti posto). La data di una mobilitazione nazionale del CPS non può andare oltre la prima settimana di dicembre; se non si potrà indire lo sciopero come soggetto, si deve comunque chiamare la data e “obbligare” i sindacati a convergere su questa data e sulla nostra piattaforma. È importante che la data esca dall’assemblea, per indicarla quanto prima come data del CPS, anche alla luce del fatto che la CGIL sembra volere indire uno sciopero per i primi di dicembre. L’Abruzzo invita a convocare un tavolo di discussione sulla piattaforma aperto a sindacati e precari prima di decidere lo sciopero.

Quanto al luogo di una manifestazione nazionale, viene rilanciata la possibilità di svolgerla in una città del sud; se non quella imminente, rispetto alla quale c’è generale convergenza su Roma, altre manifestazioni di carattere nazionale potrebbero svolgersi al sud, in cui l’emergenza lavoro è più drammatica.

Le date proposte per una manifestazione nazionale sono il 27 novembre o il 4 dicembre. Essendo uscita dall’assemblea contemporanea di Viale Trastevere una proposta di assemblea dei precari per il 28 novembre, si mette ai voti la proposta di data del 4 dicembre, che passa con il voto contrario di Terni e l’astensione del Veneto.

Tutti i coordinamenti sono comunque concordi sul fatto che bisogna potenziare le iniziative locali e che bisogna
fare delle iniziative che siano nazionali, ma si svolgano sul territorio.
Approvata all’unanimità la proposta di Catania di una iniziativa nazionale da effettuare il 6 novembre alle ore 14.00 davanti alle sedi RAI regionali per protestare contro l’oscuramento mediatico. Questa modalità di mobilitazione dovrebbe essere estesa ad altre iniziative (Milano propone, ad esempio, picchetti davanti o dentro le scuole), muovendosi tutti con la stessa iniziativa e contemporaneamente sulle proprie sedi. Ciò consentirebbe di superare la difficoltà di essere presenti a forme di mobilitazione nazionale in un solo posto (non ci si può spostare sempre, anche per ragioni economiche), e di esprimere in ogni caso una forma di protesta nazionale. Alcuni comitati sostengono che anche uno sciopero nazionale del CPS dovrebbe svolgersi con manifestazioni locali.

C’è convergenza sulla necessità di coinvolgere quanti più soggetti possibili e soprattutto di coinvolgere le scuole, con i docenti di ruolo, il personale ATA, gli studenti e i genitori. Diversi coordinamenti locali hanno già avviato un lavoro in questo senso: ad esempio il Veneto con i Comitati misti all’interno delle scuole, Roma con gruppi di lavoro per elaborare una piattaforma comune insieme a comitati dei genitori, studenti e lavoratori della scuola e dell’Università. Importante anche svolgere assemblee cittadine per sensibilizzare al problema della scuola pubblica quante più persone possibili; anche queste potrebbero svolgersi contemporaneamente su tutto il territorio nazionale, con una cadenza regolare (e.g., mensilmente, come a Pisa). Tra i soggetti da coinvolgere, viene segnalata da Foggia l’opportunità di interloquire con le famiglie degli alunni diversamente abili, che pagano la crisi con tagli sul sostegno.

Emerge anche la proposta di rivedere e ampliare la piattaforma, sia nel senso di precise rivendicazioni contrattuali
(i precari svolgono lo stesso lavoro dei docenti di ruolo e devono vedersi riconosciuti gli stessi diritti), sia nel senso di ampliare la piattaforma, rendendola condivisibile da tutti i soggetti del settore scuola (importante, ad esempio, il problema della riforma delle superiori e quello dell’autonomia, approfondire il legame tra aumento del numero degli alunni per classe e i tagli etc.) e del settore della conoscenza. Viene anzi proposto una commissione di lavoro che si occupi di questo.

Come proposta di lungo periodo, si potrebbe avviare, all’interno delle scuole, un meccanismo di “non collaborazione”, rifiutandosi di coprire le supplenze, di accettare ore che superino l’orario di servizio contrattuale, attuando forme di sciopero bianco (ad esempio, presentarsi a scuola ma non fare lezione, tutti i docenti!, per una settimana); occorre far emergere la crisi per “bloccare” la scuola.

Per quanto riguarda il secondo punto discusso, tutti sono concordi che bisogna migliorare le modalità di comunicazione in modo che siano più snelle ed efficienti e che siano, soprattutto, trasparenti. Gli strumenti che ci sono possono essere sufficienti se usati in maniera adeguata, ma in ogni caso, emerge quasi unanimemente dall’assemblea la richiesta di una frequenza regolare di incontri fisici, per lo meno tra delegati delle singole realtà, perché pare a tutti evidente che il
confronto personale, pur animato, è più proficuo delle discussioni sul forum. Pur concordando sulla necessità di incontrarsi di persona e con maggiore frequenza, ci si chiede se queste assemblee possano essere deliberanti: in primo luogo, se
per esserlo, occorre che siano presenti tutti i coordinamenti, sembra che non sia possibile, in quanto non sempre tutti possono essere presenti; in secondo luogo, molti ritengono che ciascun coordinamento debba deliberare nella propria
assemblea qualsiasi proposta nazionale.

Per quanto riguarda il forum, si ribadisce che deve essere aperto a tutti, ma che deve essere regolato in maniera chiara; gli interventi spesso assumono toni offensivi e questo spinge ad allontanarsi dal forum. Il forum dei coordinatori deve essere a tutti visibile, ma possono intervenire solo i referenti indicati da ciascun coordinamento; viene proposto che ciascun referente, riportando le decisioni prese dall’assemblea del suo coordinamento, intervenga su un argomento solo una volta e attenda, prima di esprimersi nuovamente, che si siano espressi tutti. Nel caso di voto sul forum, non votare fino a che tutti i referenti non abbiano riportato le posizioni del proprio coordinamento, e, in ogni caso, esprimersi in tempi rapidi: non possono trascorrere 15 giorni tra la proposta, la discussione nelle assemblee locali, e la decisione nazionale.


Si propone che, oltre al forum, i referenti cerchino di usare in maniera regolare gli incontri su web-tv e si scambino i numeri di telefono. Quanto ai referenti, Roma indica due nuovi referenti e comunica che ha deciso, in seno al proprio coordinamento, di attuare una rotazione trimestrale degli stessi.

Viene data quindi lettura, da parte del referente del Veneto, del comunicato del CPD-Padova, come richiesto da questo coordinamento.

L’ultima parte dell’assemblea nazionale è stata dedicata a discutere della prossima assemblea nazionale del CPS. Tutti concordano che il confronto di persona sia necessario (Firenze parla di un ‘gruppo di continuità), che occorra farlo con cadenze regolari, magari mensili, quantomeno per i referenti, che sia opportuno svolgerlo in diverse città, che la prossima assemblea debba svolgersi in una città del sud. Dal sit-in di Viale Trastevere arriva l’invito per una assemblea nazionale di tutti i precari da svolgersi il 28 novembre a Catania. La proposta agita un po’ gli animi perché viene vista come l’ennesima testimonianza di una spaccatura tra i precari CPS e i precari Cobas. Per questo da più parti viene richiesto un
incontro che tenti di riportare l’unità del fronte precario, magari attuando un tavolo di discussione comune sulla piattaforma, tavolo che potrebbe coinvolgere anche tutte le sigle sindacali.

Per tentare di trovare una unità si propone che siano indicati due referenti nazionali del CPS che si occupino di contattare i promotori dell’assemblea del 28, cercando di capire, in primo luogo, se l’invito è rivolto ai precari in quanto precari o al CPS in quanto coordinamento dei precari, e in secondo luogo di proporre come luogo Napoli, anziché Catania. La partecipazione all’assemblea del 28 passa comunque per il riconoscimento del CPS come coordinamento dei precari: se saremo invitati in quanto CPS, aderiremo comunque all’assemblea, proponendo Napoli, e, nel caso in cui non passasse la proposta, inviando dei delegati dei singoli coordinamenti a Catania. Diversamente, sarebbe evidente che esiste una spaccatura, ma che questa non è stata determinata dal CPS. Si auspica, in ogni caso, che si possa arrivare a ritrovare l’unità della lotta e delle rivendicazioni. Vengono indicati come delegati del CPS a trattare la questione Antonella di Napoli e Alessandro di Catania.

La seduta è sciolta alle 18.00.

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